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Approfondisci su: Wikipedia - Comune di Albenga |
Una città moderna che non dimentica le sue antiche radici storiche, che si mostra al futuro posando su un vivo passato, dove convivono e si intrecciano Albenga e Albingaunum.
Albenga è uno scrigno da aprire e scoprire in tutte le sue bellezze; è una città d’Arte destinata ad avere un ruolo da protagonista sul palcoscenico della cultura mondiale.
Si nascondono tesori ovunque: dal passato emergono le antiche torri, le mura medievali, i monumenti, il Battistero, la Cattedrale, i palazzi nobiliari e diversi edifici religiosi
Anche il freddo cuore sotterraneo custodisce reperti archeologici unici al mondo.
I fondali del Mare di Albenga conservano ricordi del passato importanti per ricostruirne i traffici commerciali di un tempo. E dall’Isola Gallinara, che interrompe lo sguardo di chi ricerca l’orizzonte, fa capolino una torre del cinquecento eretta sui resti di un antico monastero benedettino.
Tutte queste ricchezze sono l’onore e l’onere dei tempi moderni, dove è necessario conservare al meglio e valorizzare quanto ricevuto in eredità da un generoso passato.
Ma il passato convive con una città in evoluzione, che cresce e si adatta alla multiculturalità, alle esigenze della modernità e mondialità.
L’imminente redazione del nuovo PUC, il nuovo polo scolastico, il progetto per un porto turistico all’avanguardia, gli interventi di ripascimento per le spiagge, il recupero di preziosi edifici storici a servizio degli interessi della cittadinanza e soprattutto il nuovo e moderno ospedale portano alla luce una città che vive in pieno fermento. |
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In questo vasto e complesso panorama l’interesse del turista spazia e si perde in un turbinio di iniziative atte a soddisfare ogni tipo di esigenza sfruttando al meglio le caratteristiche del territorio : la zona balneare offre, soprattutto nel periodo estivo, spettacoli musicali e di intrattenimento particolarmente rivolti ad un pubblico giovanile, mentre nel centro storico l’attenzione è rivolta ad appuntamenti culturali e di approfondimento storico e scientifico.
Ma non solo: la vasta Piana, motore economico fuori dalle mura, è madre di prodotti tipici locali che rendono Albenga una capitale floricola e gastronomica.
Il ricco calendario turistico rende omaggio ai prodotti locali prevedendo tre manifestazioni tematiche ormai radicate nella tradizione: il trittico primaverile è composto da CIP e VIP ( cuochi e verdure in Piazza), Fior d’Albenga ed Aromatica.
Con "C.I.P. & V.I.P. - Verdure in Piazza e Cuochi in Piazza" si punta alla promozione dei quattro prodotti tipici di Albenga (carciofo spinoso, asparago violetto, zucchina trombetta e pomodoro cuore di bue): il Centro Storico si trasforma in una vetrina espositiva per i prodotti ortofrutticoli coltivati nella nostra terra ed i prodotti locali vengono esaltati e cucinati nei ristoranti e nelle Piazze della città. Inoltre la gastronomia si sposa con attività educative, culturali ma anche con giochi, musica, spettacoli e divertimenti. In particolare, soprattutto per i ragazzi, sono previsti laboratori didattici per approfondire la conoscenza dei prodotti della terra di Albenga. |
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Geografia fisica
Albenga si trova nella Riviera ligure di ponente nell'omonima piana, presso la foce del fiume Centa. Comprende anche la riserva naturale dell'isola Gallinara o Gallinaria, dove pare visse San Martino di Tours. Proprio a questo santo era dedicato un monastero nell'isola che dopo il 1064 divenne possesso dell'abbazia di Abbadia Alpina (TO). |
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Clima
Il clima ad Albenga si presenta mite lungo la linea di costa, con inverni miti e raramente freddi ed estati calde ma mitigate dalla brezza di mare; nella parte più interna della piana, si fanno sentire maggiormente le caratteristiche continentali, che creano una maggiore escursione termica, temperature minime invernali più rigide e massime estive più elevate. |
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Storia
Chiamata in lingua latina prima Albium Ingaunum ed in seguito Albingaunum (crasi del termine originale), traducibile in Città degli Ingauni (dalla popolazione dei Liguri che l'ebbe in origine per capitale) è stato un centro importante per la fondazione dell'Impero romano nella Liguria occidentale. Fu alleata dei Cartaginesi contro Roma durante la Seconda guerra punica (III secolo a.C.) e divenne la base navale del fratello di Annibale Barca, Magone. Da qui egli salpò alla volta di Genova saccheggiandola (205 a.C.).
Conquistata da Roma nel 181 a.C. da parte del proconsole L. Emilio Paolo, ottenne il diritto latino nell'89 a.C., la cittadinanza romana nel 45 a.C. e assoggettò i territori dell'interno. Il condottiero romano Gaio Giulio Cesare gli conferì la cittadinanza romana e lo status municipale. Proprio nello splendore dell'impero valorizzò e sviluppò maggiormente la sua urbanizzazione. Il territorio comunale si ampliò partendo dalla costa tra Sanremo e Finale Ligure, nell'entroterra prendendo possesso dell'intera alta valle del Tanaro.
Nel V secolo subì l'attacco e l'invasione dei Goti che danneggiarono vistosamente la città conquistandola. Il 451 segnò la nascita della locale diocesi, una delle più antiche della Liguria.
Fu conquistata dai Longobardi e dai Rotari. Dopo il Mille fu tra i primi liberi Comuni marinari, partecipò alla prima Crociata e alle lotte per il predominio nel Tirreno.
Divenne poi libero comune, passando successivamente nel territorio della Repubblica di Genova nel 1251 (sottoscrivendo una onerosa convenzione dopo la morte di Federico II del Sacro Romano Impero che la proteggeva), ne seguì le vicende godendo ancora periodi di grande prosperità.
Albenga sfuggì al saccheggio dei pirati che avevano assalito Ceriale nel XVII secolo. La leggenda dice che i saraceni si fermarono spaventati davanti all'odierno santuario di Nostra Signora di Pontelungo (nacque così la festa del 2 luglio).
Nel 1288 ebbe statuti propri. Coinvolta nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini, fu sotto la signoria dei Del Carretto del Marchesato di Finale, dei Visconti (1355-1379), dei Francesi (1396-1413) e nuovamente di Genova. Fu occupata dai Savoia nel 1625 e nel 1746; sotto Napoleone Bonaparte fu capoluogo della giurisdizione del Centa e capoluogo dell'omonima provincia sotto il Regno di Sardegna (1815-1859).
Sotto il Regno d'Italia fu capoluogo fino al 1926 dell'omonimo circondario nella provincia di Genova; dal 1927 appartiene alla provincia di Savona. |
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Monumenti e luoghi d'interesse
La città di Albenga vanta il centro storico più suggestivo e meglio conservato della Riviera ligure di ponente, per gran parte ancora circondato da mura e nel quale svettano numerose torri, palazzi e altre pregevoli architetture di epoca medievale. |
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Architetture religiose
• Santuario di Nostra Signora di Pontelungo. L'odierno santuario fu eretto nel 1722 di fronte l'antico e oggi scomparso ospizio presso l'alveo del fiume Centa lungo la via Aurelia tra Albenga e Ceriale. L'intero complesso è stato nel 2004 interessato da lavori di conservazione e restauro.
• Cattedrale di Albenga, dedicata a san Michele Arcangelo. La tradizione popolare vuole che per la via che da Albenga porta ad Alassio c'era un serpente che uccideva chiunque passasse. La popolazione fece una processione pregando san Michele di uccidere il serpente. Durante la notte si vide un bagliore provenire dal cielo e dirigersi verso un punto della strada; la popolazione accorse in fretta trovando il serpente ucciso. Conserva le spoglie di san Verano di Cavaillon. Costruita assieme al Battistero, è stata ritoccata ed ampliata nel corso dei secoli; di rilevanza l'abside e le torri che affiancano il campanile.
• Basilica di San Vittore. Edificio paleocristiano del IV e V secolo, sorse sul luogo di una necropoli di epoca imperiale romana. Nell'area dei resti della chiesa, considerata una delle più antiche della Liguria, sono stati commissionati in epoca recente scavi archeologici portando così alla luce le varie fasi di edificazione ed ampliamenti dal IV al X secolo. L'edificio è situato, assieme all'attiguo cimitero, nei pressi del santuario di Nostra Signora di Pontelungo.
• Basilica di San Calocero. L'edificio paleocristiano, di cui oggi rimangono alcuni resti, sorse nel IV secolo e dal VIII secolo fu affidato alla cura religiosa dei Benedettini della vicina isola Gallinara. Passò quindi alle monache benedettine dal XIII secolo fino al XVI secolo quando fu abbandonato.
• Ruderi della chiesa e dell'abbazia di San Martino, di epoca medievale, sede in terraferma dei benedettini della Gallinara.
• Battistero paleocristiano del V secolo, uno dei battisteri meglio conservati della Liguria grazie anche al restauro conservativo della struttura e della cupola effettuato in occasione del Giubileo del 2000. Decagonale all'esterno, mentre all'interno è ottogonale. All'interno nella volta in una nicchia è raffigurato un mosaico policromo, mentre al centro ci sono i resti della vasca per il battesimo ad immersione.
• Chiesa di Santa Maria in Fontibus. Edificata a fianco della cattedrale la sua origine è risalente all'alto medioevo, ma subì ampliamenti e ricostruzioni nel XIV secolo, tra il 1612 e il 1625 e ancora nei primi anni del XX secolo. Di particolare pregio artistico è il trecentesco portale a strombatura con piccole colonnine; nella lunetta è raffigurato l'affresco della Madonna col Bambino.
• Convento di San Domenico. Sito nella piazza omonima, il complesso conventuale è stato oggi convertito ad uso abitativo e scolastico, ma sono ancora ben visibili i resti degli affreschi del XV secolo e i relativi chiostri.
• Chiesa e convento di San Bernardino di Siena, fondato nel 1466 in regione Vadino.
• Chiesa parrocchiale di Nostra Signora Assunta nella frazione di Leca d'Albenga.
• Chiesa parrocchiale dei Santi Giacomo il Maggiore e Filippo nella frazione di Sàlea.
• Chiesa parrocchiale di San Giorgio nella frazione di Campochiesa.
• Chiesa di Santo Stefano di Massaro nella frazione di Bastia d'Albenga.
• Chiesa parrocchiale di Santa Margherita d'Antiochia nella frazione di Lusignano.
• Chiesa parrocchiale del Sacro Cuore ad Albenga.
• Chiesa di San Carlo del XVII secolo e sconsacrata. |
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Architetture civili
• Palazzo Peloso Cepolla del XVI secolo. La costruzione ruota attorno alla torre angolare del XIII secolo e presenta una tipica facciata del XVI secolo. Nell'atrio è conservato un affresco ritraente l'imperatore romano Proculo dall'origine ingauna. Il piano nobile del palazzo è caratterizzato dalla presenza di notevoli busti marmorei romani e del Rinascimento italiano. Qui è stato allestito il Museo navale romano.
• Palazzo Scotto Niccolari. L'edificio presenta nella sua totale interezza una tipica dimora del XVI secolo; l'ultimo restauro è databile al 1980
• Casa torre dei Malasemenza. La torre è oggi incorporata nell'odierno palazzo municipale e presenta una loggia con trifore ogivali
• Casa torre Lengueglia Doria con trifore in stile gotico
• Torre del Municipio
• Torre del Vecchio Comune, sede del Civico museo ingauno)
• Torre Oddo, inserita nel sottostante collegio omonimo, con la tipica merlatura ghibellina
• Torre della Ciò o della Paciotta del XII secolo con conci nell'alto basamento
• Torre Costa. La torre presenta un basamento del XII secolo in conci di pietra di Cisano, mentre la parte superiore del XIV secolo in laterizio e coronata da una tipica merlatura ghibellina.
• Casa Fieschi Ricci. La struttura presenta un paramento in pietra e monofora e bifora in stile romanico del XII secolo; sul fianco sinistro è presente la loggia con grandi bifore del XIV secolo e sulla facciata un caratteristico portale di epoca rinascimentale. L'edificio è stato restaurato nel 1936.
• Casa d'Aste Basso con loggiato del XIV secolo
• Casa d'Aste Rolandi Ricci del XIV secolo con torre d'angolo del Duecento. La ristrutturazione è risalente al 1959-1961
• Loggetta "dei Quattro Canti". La loggia fu aperta nel Medioevo, forse nel XIII secolo, per l'allargamento della viabilità all'incrocio delle due strade maggiori. La struttura presenta due arcate ogivale e romanica
• Porta Molino
• Porta Torlaro. Nei pressi delle mura sporge un bastione del tardo medioevo denominato "il Torracco"
• Porta del Pertugio, sovrastata da una caditoia del Cinquecento
• Ospedale di Santa Maria di Misericordia. L'area dell'ex ospedale è stata oggetto di scavi archeologici tra il 1955 e il 1956
• Pontelungo. Situato al di fuori del centro abitato di Albenga, dell'antico ponte è stata accertata la sua origine medievale e attribuita al XIII secolo. Il ponte si presenta seminterrato presso l'alveo del fiume Centa.
• Interessante anche l'architettura del ponte moderno sul fiume Centa; costruito ad arcata unica senza pilastri nel 1994 dopo un'alluvione, è uno dei pochi ponti così costruiti in Italia. |
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Architetture militari
Fortino di Albenga. Struttura a pianta quadrata e rafforzata agli angoli da guardiole, la sua edificazione fu voluta dalla Repubblica di Genova per difendere il litorale ingauno dalle possibili incursioni piratesche; La costruzione, sita in riva al mare, è risalente al 1586. |
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Siti archeologici
• L'Anfiteatro del II - III secolo sulla collina detta del monte.
• La Necropoli e monumenti funerari, siti a breve distanza dall'anfiteatro e vicino alla Via Julia Augusta.
• Le Terme pubbliche di epoca romana. Le terme sono state scoperte di recente a seguito di scavi, situate nella sponda destra del fiume Centa. Nell'alveo del fiume sono stati inoltre ritrovati basi delle pile relative ad un antico acquedotto e degli altri monumenti funerari. |
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Musei
• Museo diocesano di Albenga sito dal 1982 all'interno del palazzo vescovile.
• Civico Museo Ingauno istituito nel 1933 da Nino Lamboglia nel palazzo vecchio comunale.
• Museo navale romano[4], sorto nel 1950, presso il palazzo Peloso Cipolla.
• Esposizione permanente della "Civiltà dell'olio". Sito in un antico frantoio è un museo etnografico dedicato alla lavorazione delle olive, dell'olio e del vino. |
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Letteratura
Secondo alcuni critici letterari, la città di Albenga sarebbe nominata (anche se la descrizione corrisponderebbe più ad Andora) nel romanzo Il fu Mattia Pascal di Luigi Pirandello, col nome di Alenga (è il paese dove il protagonista si ferma per comprare un giornale). |
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Economia
L'economia si basa principalmente sul turismo e sul commercio locale, ma anche su altre attività, come la produzione di beni agricoli nella zona pianeggiante (la piana di Albenga) alle spalle del centro abitato, una delle poche zone pianeggianti della Liguria.
Le coltivazioni sono orticole (la maggioranza fino a pochi anni fa) ma, soprattutto, piante aromatiche e floricoltura. Attorno a questo c'è un vero settore economico composto dalle aziende agricole (quasi tutte a conduzione familiare), dalle strutture e operatori del settore (consulenza tecnica, vendita di prodotti per la coltivazione, ecc.) e dai commercianti, che spesso importano i prodotti della piana e della zona verso i paesi del nord (soprattutto Germania). Attiva anche la coltivazione viticola e quella olivicola, la produzione di vino e olio e altri prodotti agricoli.
Molti prodotti hanno ottenuto i riconoscimenti Denominazione di Origine Controllata (DOC), Denominazione di Origine Protetta (DOP), Indicazione Geografica Tipica (IGT), Indicazione Geografica Protetta (IGP). |
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Albenga è una Cittadina situata nella più vasta piana della Liguria marittima, alla foce del fiume Centa. L'abitato conserva al centro la sua compatta costruzione medievale, sulla pianta del nucleo romano, con case addossate e torri, ed è collegato da un viale alla zona balneare che la ferrovia separa dal centro.
Dal mare emerge l'isola Gallinara. Leca è alla sinistra del Neva, mentre l'abitato di Bastia sorge fra questo e l'Arroscia. San Fedele e Lusignano sono posti sulla destra del Centa. Fondata dai Liguri Ingàuni (Albium Ingaunum), durante la seconda guerra punica (III secolo A.C. ), fu alleata di Cartagine contro Roma e base navale di Magone, alleato di Roma contro Genova. Nel 181 a. C. fu conquistata dal proconsole Emilio Paolo. Ottenuto il diritto latino nell' 89 a. C. e la cittadinanza romana nel 45 A.C., assoggettati i territori dell'interno già controllati dai Montani, ebbe nuovo impulso dalla costruzione della via Giulia Augusta. Il periodo più florido della città si colloca tra la fine del II e la prima metà del III secolo d. C., e i suoi monumenti e i materiali venuti alla luce ne sono chiara testimonianza. La città romana si sviluppò dove poi sorse, sulle sue rovine, la città medievale e infine quella moderna; per tale ragione le indagini archeologiche sono state spesso ostacolate e il sottosuolo nasconde certamente ancora molti tesori. L'anfiteatro del Monte, i resti delle probabili terme, l'acquedotto, le necropoli, un grande edificio pubblico a pianta rettangolare, tombe monumentali, epigrafi di personaggi e moltissimi reperti sono tuttavia sufficienti a confermare l'importanza di Albingaunum nell'età romana. Albenga accolse precocemente il messaggio del Cristianesimo: suo primo vescovo fu Quinzio, nel 451. Distrutta dalle invasioni barbariche all'inizio del secolo V, fu ricostruita nel 415 da Costanzo, generale di Onorio, e cinta di mura, divenendo anche sede vescovile (451). Conquistata dai Longobardi di Rotari (641), divenne sede di Comitato sotto i Franchi (secolo VIII). Compresa nella marca d'Italia (950), fu possesso di Adelaide di Susa e quindi di Bonifacio del Vasto (1091), passando poi ai marchesi di Clavesana. Comune indipendente dopo il Mille, partecipò alle Crociate e alle lotte per il predominio dei traffici del Tirreno. Albenga ricavò importanti benefici dalla partecipazione alla prima crociata, Ottenuti nel 1109 privilegi commerciali, dall'XI al XIII secolo attraversò il periodo di maggiore prosperità, malgrado la crescente opposizione genovese, che si concluse, dopo la morte di Federico II che la proteggeva, con la sottoscrizione di un'onerosa convenzione nel 1251. Anche in seguito continuò una vita attiva e ricca, testimoniata dall'espansione dell'abitato, impreziosita dalle alte torri municipali, dalla cattedrale di San Michele, dai numerosi palazzi nobiliari delle famiglie più influenti (Lengueglia, Clavesana, Costa, Balestrino ecc. ).
La fertile piana, che ospitava già monumenti di grande pregio, fra cui le chiese di Santo Stefano di Massaro, di San Giorgio di Campochiesa, di San Fedele ecc., fu organizzata con la fondazione di nuovi borghi (Villanova d'Albenga). Nel 1288 ebbe statuti propri. Coinvolta nelle lotte tra Guelfi e Ghibellini, fu sotto la signoria dei Del Carretto di Finale, dei Visconti (1355-1379), dei Francesi (1396 1413), sotto i quali il Comune vide la propria decadenza. Occupata dai Savoia nel 1625 e nel 1746, sotto Napoleone fu capoluogo della giurisdizione della Centa e il capoluogo di provincia sotto il Regno di Sardegna (1815-1863). I ruderi di un anfiteatro, di un teatro e di un acquedotto, di alcuni edifici pubblici e privati ed un monumento funerario detto il Pilone, del II secolo d. C., costituiscono le testimonianze più rilevanti del l'epoca romana. Del IV e V secolo si conservano le rovine delle basiliche cimiteriali di San Vittore e di San Calocero. Il Pontelungo, a dieci arcate seminterrati, è medievale. Raro esempio di architettura paleocristiana è il battistero, del V secolo, il maggiore monumento religioso della,città. L'edificio, a pianta ottagonale, ha nell'interno otto nicchie alternativamente ottagonali e semicircolari e, al centro, i resti della primitiva vasca battesimale ad immersione. La nicchia d'ingresso è fiancheggiata da due tombe ad arcosolio di cui una con sculture ornamentali longobarde del secolo VIII; le altre nicchie custodiscono uno splendido mosaico bizantino con monogramma di Cristo del V-VI secolo , un affresco del secolo XIV ed un fonte L battesimale cinquecentesco. La cattedrale di San Michele, ricostruita su quella paleocristiana conserva strutture del secolo XI nella parte inferiore della facciata, del secolo XIII nella parte superiore, nei fianchi e nell'abside. Il campanile è una ricostruzione del 1391-1395 a cinque piani sul basamento romanico. L'interno, riportato alle architetture medievali, conserva tracce a partire dal IV secolo e la cripta di età carolingia. Fra le numerose opere d'arte, oltre agli affreschi del Carrega, di Raffaello Resio e di Sante Bertelli, vi sono una tavola del 1528 del Pancalino, una Pentecoste quattrocentesca, un paliotto cinquecentesco. Il monumentale organo Serassi e preziosi documenti conservati nel l'Archivio capitolare confermano l'eccezionalità del monumento. Della città medievale, che ha conservato il suo caratteristico aspetto, restano numerose torri ed edifici civili. Suggestiva la Piazzetta dei Leoni, dietro la cattedrale, ornata con tre leoni rinascimentali in pietra. Notevoli la torre comunale con base in pietra nera e le torri di casa Cazzulini (XIII secolo ), di casa Costa (XII secolo ), di casa d'Aste-Rolandi-Ricci (secolo XIII), di casa Lengueglia-Doria (secolo XII), di casa Rolandi-Ricci, di palazzo Oddo, di palazzo Peloso-Cepolla (XIII secolo ) e quella del palazzo Vescovile (XIII secolo ). Romanica è la loggia del palazzo Fieschi-Ricci (con trifore del XIV secolo e portale rinascimentale in ardesia) e un'arcata della loggetta dei Quattro Canti (un'altra è ogivale del secolo XIII). Sono alloggiati nel palazzo Vecchio del Comune sarcofagi, sculture e affreschi del secolo XV. Il palazzo Vescovile ha un affresco esterno del 1472. Tipici esempi di dimore liguri sono il palazzo DeI Carretto di Balestrino del secolo XVI ed il seicentesco palazzo d'Aste. La chiesa di origine duecentesca di Santa Maria in Fontibus, rimaneggiata nel 1617, ha in facciata un portale ogivale ed una trifora del secolo XIV e, nell'interno, un dipinto di D. Fiasella. Di costruzione barocca è il santuario della Madonna di Pontelungo, che conserva nell'interno un trittico cinquecentesco di G. Barbagelata. La chiesa di San Giorgio a Campochiesa, eretta nel secolo XII ed ampliata nel XIII, conserva nell'interno un pregevole affresco del 1446 raffigurante il Giudizio Universale secondo lo schema dantesco (con le figure di Dante e Virgilio ecc. ); altri affreschi del secolo XIV sono nell'abside destra. Ospitato nel palazzo Vecchio del Comune, il Civico Museo Ingauno conserva importanti materiali dell'età romana; collezioni archeologiche ed epigrafiche: al piano superiore, sezione preistorica con materiali delle caverne della val Pennavaira. Nel Museo Navale Romano (palazzo Peloso-Cepolla) sono invece esposti i reperti recuperati dal relitto della più grande nave oneraria romana finora nota (lunga 60 metri e larga 9), naufragata nel 180 a. C. circa a un miglio dalla costa, col suo eccezionale carico di oltre 10 000 anfore piene di vino, nocciole e grano. La nave di Albenga fu la prima nave oneraria romana scoperta ed esplorata sul fondo del Tirreno.
I primi recuperi avvennero nel 1950, ad opera della nave Artiglio. Una porzione di scafo e di carico, costituito da anfore vinarie intatte, hanno dato vita al Museo Navale Romano di Albenga. Altri sistematici scavi subacquei vengono effettuati dal Centro Sperimentale di archeologia sottomarina di Albenga, fondato e diretto dal prof. Nino Lamboglia fino alla sua scomparsa (1978). Il Museo Diocesano in ambienti quattrocenteschi, in parte affrescati e decorati, presenta l'esposizione di opere d'arte e materiali provenienti dallo scavo della cattedrale. Fra i dipinti si distinguono un San Giovanni attribuito al Caravaggio e il Martirio di Santa Caterina di Guido Reni. Al comune di Albenga appartiene anche l'isola Gallinara, vasta poco più di mezzo km 2 e situata a un miglio dalla costa. Albenga ha mutato la sua antica vocazione commerciale in quella di centro agricolo: la piana su cui sorge, un tempo paludosa e malsana, è stata trasformata in una fertilissima zona di produzione di primizie (asparagi e carciofi, in particola re), sia in serra che all'aperto, le quali costituiscono la principale fonte di guadagno per gli abitanti, che sono impegnati anche nei settori industriale e turistico (quest'ultimo in crescita, specialmente per i numerosi campeggi e residenze turistico-alberghiere). La ripresa economica di Albenga nel secolo scorso dipese dall'arrivo nella piana di numerose famiglie di agricoltori della val Polcevera e del Genovesato, che cominciarono lo sfruttamento moderno e razionale delle colture. L'aeroporto di Villanova d'Albenga assicura i collegamenti di natura commerciale con l'Italia e l'Europa.
Prodotti locali: la piana d'Albenga è rinomata per la coltura di ortaggi e uva da tavola e da vino, cachi, pesche e albicocche. Pesce fresco e frutti di mare. "Baxin" (baci di Albenga, pasticcini); vino Pigato, Rossese di Campochiesa e Brachetta. |
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Azienda Agrituristica ANTICO MELO di Gherardi Maria Teresa -
Camere e Ristorazione - tel. +39.329.3143795
Via Campo 12 - 17034 Castelvecchio di Rocca Barbena, Savona |
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